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1) Dizion. 5° Ed. .
GIUOCO e GIOCO.
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pag.330


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GIUOCO e GIOCO.
Definiz: Sost. masc. Gara sottoposta a regole, nella quale operi o la fortuna, o la forza, o la destrezza, o l'ingegno, che si fa più che altro a fine di ricreazione, e in cui ordinariamente si stabilisce un premio pel vincitore.
Dal lat. jocus. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 144 t.: El giuoco ingenera briga, ed ira ed odio, e mortale battaglia.
Esempio: Ottim. Comm. Dant. 2, 74: E perocchè questi due numeri non possono venire se none in uno modo per volta, per schifare tale fastidio, e non aspettare troppo, non sono computate [le volte] nello giuoco.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 154: Si misero a parlar alto e far i maggiori rumori del mondo, mostrando venire a contenzion del gioco, dicendo uno: tu hai tolto la carta ec.
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 10, 79: Sendo lo Dio nello steccato un giorno, Per far col disco e la racchetta il gioco, Febo girar fa la racchetta intorno, E giocan chi di lor sceglier de' il loco.
Esempio: Tass. Dial. 2, 56: Ditemi dunque, o signor Annibale, che cosa è giuoco? A. P. Una contesa di fortuna e d'ingegno fra due e fra più.
Esempio: De Luc. Dott. volg. 15, 2, 233: Ma perchè i giuochi anche tra' secolari sogliono partorire degli inconvenienti,... quindi.... vi sono sopra ciò delli bandimenti.
Esempio: Parin. Poes. 9: Tu tra le veglie e le canore scene E il patetico gioco, oltre più assai Producesti la notte.
Esempio: Leopard. Poes. 100: Lui giochi e cene e invidïate danze Tengon la notte e il giorno.
Definiz: § I. Per similit. –
Esempio: Tass. Dial. 2, 57: E così in tutte l'arti ed in tutte l'azioni, di fortuna e d'ingegno si contende? A. P. In tutte. G. C. G. Dunque la vita è un giuoco, o signor Annibale.... E se ciò è vero, più non mi pare che si possa dubitare, se lodevole sia il giuoco, di quel che si dubiti se lodevole sia il vivere.
Definiz: § II. E figuratam. –
Esempio: Davil. Guerr. civ. V. 1, 513: Mostrando pure di non credere ch'egli, uomo prudente ed avveduto, volesse precipitare a così pericoloso gioco tutto lo stato suo.
Definiz: § III. Usasi anche a denotare l'abito vizioso di chi si abbandona a' giuochi specialmente di sorte, col fine di fare illeciti guadagni. –
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 483: Darsi al giuoco è l'istesso che perder l'anima.
Esempio: Baldov. Comp. dram. 9: Giunto Siete col giuoco ad aver dato fine A quanto avevi?
Esempio: Giust. Vers. 38: Il giuoco in complesso È un vizio bestiale.
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 259: Non avea vizio di gioco,... Non sprecava in pranzi, o in cene.
Definiz: § IV. Riceve varj compimenti retti dalla particella Di, i quali ne determinano la specie. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 122: Ma tuttavia ti guarda D'una cosa, che 'mbarda La gente più che 'l grado, Cioè gioco di dado.
Esempio: Dant. Purg. 6: Quando si parte il giuoco della zara, Colui che perde si riman dolente.
Esempio: Segn. B. Rettor. volg. 61: Il medesimo interviene nei giuochi di palla, di dadi e di tavole.
Esempio: Tass. Dial. 2, 28: Nondimeno alcuna volta non ischivo il giuoco di primiera.
Esempio: E Tass. Dial. appr.: Ma nè anco quei giuochi mi piacciono; ne' quali senza parte de la fortuna signoreggia l'industria; quale è il giuoco de gli scacchi.
Esempio: E Tass. Dial. 66: E da Spagna l'origine d'alcuni altri giuochi potresti trarre, qual è quel de le canne e de le caroselle, o da Africa più tosto.
Esempio: Serdon. Gal. Marz. 437: Alcuni si riderebbono per avventura che 'l ritrovamento di cotali giuochi sia attribuito agli uomini dotti, se la ragione non mostrasse che 'l giuoco, che chiamano volgarmente delle carte, fosse ritrovato da' savj, perchè ec.
Esempio: Rinucc. O. Relaz. 278: Per gli uomini s'è introdotto ancora il giuoco del palloncino con la mestola da pochi anni in qua.
Esempio: E Rinucc. O. Relaz. appr.: Il giuoco del Calcio, come antico nella città, si procura di mantenere nel carnevale, ma ec.
Esempio: Galil. Op. fis. mat. 4, 293: Che nel giuoco dei dadi alcuni punti sieno più vantaggiosi di altri, vi ha la sua ragione assai manifesta.
Esempio: Corsin. B. Torracch. 1, 23: Si giocavano al giuoco delle carte Tolleri, ducatoni, ec.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 107: Rimetto a V. S. i suoi trattati de' due' giuochi delli scacchi e delle lampadi.
Definiz: § V. Riceve altresì varj compimenti, come di sorte, di fortuna, di azzardo, di data, i quali ne designano la natura, e che si dichiarano a' lor luoghi. –
Esempio: Varch. Invid. 39: Molti non si curano di perdere, o almeno non s'attristano, perdendo a' giuochi di sorte, come sono i dadi: ma niuno è già che, ec.
Esempio: Not. Malm. 2, 709: È una di quelle carte [la figura] nelle quali sono effigiati quei fantocci, che ne' giuochi di data sono le carte più stimate.
Esempio: Lambr. Elog. 6: Promuovere ingannevoli commerci, e destar male arti e gettar fortune e sciagure con la fallacia e la crudele cecità dei giochi di sorte.
Definiz: § VI. Figuratam. –
Esempio: Tass. Gerus. 2, 67: Ben gioco è di fortuna audace e stolto Por contra il poco e incerto il certo e 'l molto.
Definiz: § VII. Pur figuratam., parlandosi di caso, fortuna, e simili, usasi a denotare Ciò che di bene o di male ci succede imprevedutamente, e che si attribuisce ad essi; Cosa da essi operata in danno o vantaggio nostro; Mutazione improvvisa, contraria o favorevole che ci sia. –
Esempio: Machiav. Stor. 1, 260: De' giuochi della fortuna io ne ho assai buona esperienza, e come io ho poco confidato nelle prosperità, così le avversità meno mi offendono.
Esempio: Tass. Gerus. 20, 73: Mirò, quasi in teatro od in agone, L'aspra tragedia dello stato umano: I varj assalti e 'l fero orror di morte, E i gran giochi del caso e della sorte.
Definiz: § VIII. E semplicemente per Partita di giuoco. –
Esempio: Tav. Rit. 1, 36: Ed a tanto, lo re appellava a sè Ferragunze, dicendo se egli voleva fare un giuoco a scacchi.
Esempio: E Tav. Rit. appr.: Salva vostra corona, che io del giuoco sto a migliore partito che voi.
Esempio: Castigl. Corteg. V. 154: Dicendo uno: tu hai tolto la carta di sotto; l'altro negandolo, con dire: e tu hai invitato sopra flusso; il gioco vadi a monte.
Definiz: § IX. Giuochi di bussolotti, di destrezza, di mano, di prestigio, e simili, si chiamano Quelli che consistono nell'operare apparentemente, mediante straordinaria destrezza ed ingegnosi apparecchi, cose meravigliose e quasi incredibili, a fine di divertire gli spettatori. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 7, 437: E considerando che se venissi a notizia di Nostro Signore, che io con questo giuoco di bagattelle avessi tolto ròcche e datole, e rescosse le obbligazioni appartenenti alla Camera, senza sua saputa, ne potrei avere ragionevolmente non mediocre imputazione, ec. (qui figuratam.).
Esempio: Galil. Op. astronom. 1, 86: Io ho paura, che qui non entri qualche giuoco di mano; io veggo pure, nel riguardar quello specchio, uscire un grande splendore, che quasi mi toglie la vista.
Esempio: Magal. Lett. fam. 2, 269: Bisognerebbe sapere.... se contentandomi io di ridurre i prodigj operati da Mosè nella Corte di Egitto a traveggole e a giuochi di mano, essi poi si contenteranno, ec.
Definiz: § X. Giuochi, più spesso colla determinazione giuochi di sala o giuochi di pegno, chiamansi Quelli che imitando o rappresentando una qualche azione, o nascondendo qualcosa da doversi trovare, o proponendo alcuna cosa da indovinare, e via discorrendo, si fanno nelle conversazioni per semplice passatempo, e che si dichiarano ai lor luoghi. –
Esempio: Castigl. Corteg. V. 13: Ognuno si sforzava d'accrescere qualche cosa, e massimamente nei giochi, ai quali quasi ogni sera s'attendeva. E l'ordine d'essi era tale, che, subito giunti alla presenza della signora Duchessa, ognuno si ponea a sedere a piacer suo, o come la sorte portava, in cerchio.
Esempio: E Castigl. Corteg. V. appr.: Dopo molti piacevoli ragionamenti la signora Duchessa volse pur che la signora Emilia cominciasse i giochi; ed essa, dopo aver alquanto rifiutato tal impresa, così disse: signora mia, poichè pur a voi piace ch'io sia quella che dia principio ai giochi di questa sera, non possendo ec.
Esempio: Maur. Rim. burl. 111: Egli era un giuoco di malinconia In apparenza, ma egli era in fatti Un giuoco, ec.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 13, 85: Stanno le donne co' visi modesti Intorno al foco, e con soave voce Propongon giuochi, onde si tengan desti I giovinetti.
Definiz: § XI. Giuoco d'esercizio, o simile, che si disse anche semplicemente Giuoco, denota Quello che si fa per esercizio del corpo. –
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 75: Le spezie dei giuochi ginnici eran cinque: de' quali ne scrive il Filosofo particularmente nel primo libro della Rettorica.
Esempio: Rinucc. O. Poes. 144: Tal or lo viddi prendere Per gioco dilettevole La spada, e Marte parvemi, Ma dolcemente orribile.
Esempio: E Relaz. 277: I giuochi d'esercizio erano per l'ordinario, la state, quello della palla lesina e della pillotta, ec.
Esempio: Buonarr. F. Medagl. ant. 283: A qualcheduno piacerà che quel vincitore sia altresì una statua unita per ornamento con quella d'Ercole, e per rappresentare quando egli nel suo riposo e delizie si dilettava di simili giuochi, gimnici particolarmente, che per questo dicevansi erculei.
Definiz: § XII. Giuoco chiamansi anche Tutt'insieme gli oggetti coi quali un dato giuoco si fa. Così, per esempio, diciamo:
Esempio: Esempio del CompilatoreIn quella scatola è il giuoco degli scacchi. Voglio comprare il giuoco della dama.
Definiz: § XIII. E pel Luogo destinato a farvisi un dato giuoco. –
Esempio: Anguill. Ovid. Metam. 10, 78: Un gioco da racchetta avea Iacinto Di ben pensata e comoda grandezza: Di quattro muri in quadro egli era cinto, E tre quadri facean la sua lunghezza; Di dentro il muro, ec.
Esempio: Pap. L. Coment. PP. 1, 42: Il Bailly che, già famoso per varie dotte opere date in luce, era stato eletto presidente, protestando contro gli arbitrarj comandi dati, li conduce finalmente nel giuoco della pallacorda.
Esempio: E Pap. L. Coment. PP. appr.: Intanto i Deputati, esclusi anche dal sito del giuoco della pallacorda, e cercando ove potessero con meno inconvenienza continuare le deliberazioni loro, andarono a radunarsi, ec.
Definiz: § XIV. E in senso particolare, per Bisca. –
Esempio: Machiav. Comm. 150: Pirro, dall'altra parte, non è mai se non in su le taverne, su per i giuochi, un cacapensieri che morrebbe di fame nell'Altopascio.
Definiz: § XV. Giuoco, parlandosi di guerra, armeggiamento, giostra, e simili, e spesso con qualche aggiunto, come giuoco bellicoso, giuoco marzïale, giuoco fiero, giuoco crudo, vale Combattimento, Pugna, Assalto. –
Esempio: Bocc. Teseid. 8, 2: Ora la Musa.... noto faccia il giuoco marziale Fieramente operato da' due amanti Con compagnia ciascun di schiera eguale, ec.
Esempio: Pucc. A. Centil. 82, 55: Quella battaglia Più d'un'ora durò, con aspro giuoco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 104: Re Norandino era venuto al loco Ch'avea constituito al fiero gioco.
Esempio: E Ar. Orl. fur. 22, 52: Giunsero il dì medesmo,... Quattro gran cavallieri ad un suo loco,... Di tal valor, che non ha nostra etade Tant'altri buoni al bellicoso gioco, ec.
Esempio: Bern. Orl. 53, 1: Quando la tromba all'aspra, orrenda festa Dell'armi suona, e sveglia il crudo gioco, Il buon corsier superbo alza la testa, Levato in piedi, e sbuffa fumo e foco.
Definiz: § XVI. Figuratam. –
Esempio: Cas. Rim. 1, 12: E tu (o Amore) pur mi richiami e ricondanni All'aspre lutte del tuo crudo gioco.
Definiz: § XVII. Giuoco, cogli aggiunti giuoco amoroso, giuoco di amore, giuoco furtivo, e simili, vale figuratam. Amoreggiamento, Tresca, e con senso più determinato Atto venereo. –
Esempio: Benciv. Aldobr. P. 229: Alcuni maestri dicono, che la femmina bianca è migliore al giuoco d'amore, che la nera.
Esempio: E Benciv. Aldobr. P. 233: Egli è grande profitto per le femmine fare il giuoco d'amore.
Esempio: Ovid. Art. Am. 57: Molti bagni sono che celano li furtivi giuochi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 5, 11: Continuò per molti giorni e mesi Tra noi secreto l'amoroso gioco.
Esempio: Grazz. Pros. 93: La mala vecchia.... fece levare il Berna dall'amoroso giuoco.
Definiz: § XVIII. Giuoco, vale anche Pubblico e solenne spettacolo: e nel plur. usasi più particolarmente a denotare quegli spettacoli, coi quali i Greci e i Romani celebravano le feste degli Dei, o degli eroi, o coi quali onoravano i funerali, o il trionfo, di qualche illustre personaggio, e cose simili. –
Esempio: Dant. Conv. 383: Siccome dice il predetto poeta nel predetto quinto libro che fece Enea, quando fece li giuochi in Sicilia nell'anniversario del padre, che ec.
Esempio: Vill. G. 344: Infra le altre, come per antico aveano per costume quelli di Borgo san Friano di fare più nuovi e diversi giuochi, sì mandaro un bando per la terra, che chiunque volesse saper novelle dell'altro mondo, dovesse essere il dì di calen di maggio in sul ponte alla Carraia e intorno all'Arno.
Esempio: E Vill. G. appr.: Il ponte alla Carraia, il quale era allora di legname da pila a pila, si caricò sì di gente, che rovinò in più parti, e cadde con la gente, e vi morirono, e molti si guastarono le persone, sì che il giuoco da beffe avvenne col vero, com'era ito il bando.
Esempio: S. Ag. C. D. 1, 201: Tertullio.... gridava... che la Flora dea madre doveva essere placata per la solennità delli giuochi: li quali giuochi si sogliono celebrare tanto più divotamente, quanto più disonestamente si fanno.
Esempio: Ross. P. Sveton. 2, 49: Moderò le spese che si facevano ne' giuochi e feste che allora si celebravano, perciochè egli scemò i salarj e provisioni a' festaiuoli e rappresentatori di commedie.
Esempio: Tass. Dial. 2, 66: Ma se la tragedia e la comedia.... son giuochi, come detto abbiamo; debbiamo ec.
Esempio: E Tass. Dial. appr.: Mai torneamenti e i corsi de la chintana, non sono anch'essi giuochi illustri?
Esempio: Capor. Rim. 121: Anzi per tanti giochi e tante danze Più non sapean cacciar mano alle spade, Se non ballavan pria quattro mutanze.
Esempio: Buonarr. Descr. Nozz. 20: Allora dietro a trombe sonanti ne venne sovra un gran carro adornato uomo cantando,... che, coronato d'alloro, rappresentò il Poliziano, poeta cantatore de' fiorentini giuochi.
Esempio: E Buonarr. Descr. Nozz. appr.: Condusse quattro campioni in su le bighe all'usanza de' giuochi greci.
Definiz: § XIX. Prende varj aggiunti designanti le divinità e gli eroi in onore dei quali si facevano, o il nome di chi li aveva istituiti, o il popolo presso cui erano in uso, o il luogo in cui si facevano, il fine o l'occasione per cui erano ordinati, ec. –
Esempio: Ross. P. Sveton. 1, 149: Rimise ancora in uso.... le feste e giuochi secolari soliti di farsi ogni cento dieci anni in onore d'alcuni Iddii, e principalmente di Apollo e di Diana; ancora i giuochi compitalizj, soliti di farsi ogni anno su' crocicchj delle strade maestre di ciascuna regione.
Esempio: Tass. Gerus. 3, 32: Clorinda nel fuggir da tergo oppone Alto lo scudo, e 'l capo è custodito. Così coperti van ne' giochi mori Dalle palle lanciate i fuggitori.
Esempio: E Tass. Dial. 2, 53: Io lessi che grande era appresso gli antichi Greci il numero de' giuochi.... M. B. Ma quali eran questi? A. P. Gli Olimpici, i Nemei, gli Istmii e i Pitii. Gli Olimpici erano fatti in onor di Giove per la morte di Pelope; i Nemei fur sacri a Nettuno per Archemoro; al medesimo fur consecrati gli Istmii per cagion di Melicerta, e i Pitii ad Apolline per la gloria de l'ucciso dragone.
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 8: L'oleastro si donava a chi nei giuochi olimpici avesse la vittoria conseguita.
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 1, 29: E fu [Teseo] il primo ordinatore de' giuochi Istmici, a imitazione d'Ercole, che siccome ordinò gli Olimpii a Giove, così desiò celebrarsi i suoi da' Greci in onore di Nettuno.
Esempio: Adim. A. Pind. 18: Quattro giochi in quei dì la Grecia apriva.... Oltre a questi ve ne furono molti, che non si chiamarono sacri.... cioè Alcatoi, Amfioriti, Amfiarei, Anacalipteri, Arcadici, Argivi, Asclepidei... Eginetici.... Eleusini.... Eubei.... Tebani, ec.
Esempio: Manfred. Elem. Cronol. 55: Alcuni ànno chiamati i giochi olimpici quinquennali, e considerate erroneamente le Olimpiadi, come periodi di cinque anni.
Definiz: § XX. In senso particolare, trovasi usato poeticam., per Palio. –
Esempio: Dant. Parad. 16: Gli antichi miei ed io nacqui nel loco Dove si trova pria l'ultimo sesto Da quel che corre il vostro annual gioco.
Definiz: § XXI. E per la Ricreazione stessa, che porgono i pubblici spettacoli. –
Esempio: Tass. Dial. 2, 61: Nondimeno le lor contese (de' gladiatori) eran giuochi de' popoli, tuttochè assai gravi giuochi.
Esempio: E Tass. Dial. appr.: Niuna meraviglia è, dunque, che la poesia sia studio de' poeti, e giuochi de gli spettatori.
Definiz: § XXII. Figuratam. e poeticam., per Festa, Grande festeggiamento, Tripudio. –
Esempio: Dant. Parad. 20: Fu degna di venire a questo giuoco.
Esempio: E Dant. Parad. 31: Vidi quivi a' lor giuochi ed a' lor canti Ridere una bellezza.
Definiz: § XXIII. Pur figuratam. e poeticam., per Contentezza, Letizia, Gaudio, Esultanza. –
Esempio: Lenz. Diar. 6: Fattor celestïal ne porta in terra Novella piena d'allegrezza e giuoco.
Esempio: Dant. Parad. 32: Qual è quell'angel che con tanto giuoco Guarda negli occhi la nostra Regina, Innamorato sì, che par di fuoco?
Esempio: Intellig. 8: Quando spande gli sguardi gaudiosi Par che 'l mondo s'allegri e faccia gioco.
Esempio: Petr. Rim. 1, 166: A ciascun passo nasce un pensier novo Della mia donna, che sovente in gioco Gira 'l tormento, ch'i' porto per lei.
Esempio: E Petr. Rim. 1, 215: Ond'amor di sua man m'avvinse in modo Che l'amar mi fe dolce, e 'l pianger gioco.
Esempio: Bocc. Rim. 119: Tanto è, Amore, il bene, Ch'i' per te sento, e l'allegrezza e 'l gioco, Ch'io son felice ardendo nel tuo foco.
Definiz: § XXIV. Giuoco, vale altresì Scherzo, Atto scherzevole, e simili. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 173: Al postutto non voglio Ch'alcun per suo orgoglio, Dica nè faccia tanto, Che 'l gioco torni in pianto.
Esempio: Petr. Rim. 2, 12: L'arme tue Furon gli occhi,... Il pensar, e 'l tacer; il riso, e 'l gioco; L'abito onesto, e 'l ragionar cortese, ec.
Definiz: § XXV. E figuratam. –
Esempio: Varan. Vis. poet. 8: Per frondifero mossi ameno loco, Ove tra i fiori e l'eridanid'acque Leggiadro fean l'aure susurro e gioco.
Definiz: § XXVI. Per Cosa dilettevole, che reca piacere, Passatempo, Diparto, Sollazzo. –
Esempio: Giamb. Lat. Tes. 206 t.: La terza maniera di dire lo fatto non appartiene alle cose cittadine, anzi è per solazo e per giuoco, ma niente meno elli è buona cosa che l'uomo s'accostumi a ben contare.
Esempio: Rinucc. O. Poes. 191: Due vaghe stelle, Del sol più bèlle, Scoccan mortali Saette e strali, E per gioco e diletto Fatt'han segno 'l mio petto.
Esempio: Buonarr. Rim. 203: A' soldati Dispietati Porre il tutto a fiamma e fuoco, Dure il guasto a ciò che c'è, Ferir te, minacciar me, È un giuoco.
Esempio: Red. Poes. 245: Fin le genti del bel secol d'oro Trastullavansi anch'esse in questo gioco.
Esempio: Leopard. Poes. 78: Io solitario in questa Rimota parte alla campagna ascendo, Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo.
Esempio: Giust. Vers. 35: All'amichevole Burlarsi un poco, Fa pro, solletica, Riesce un gioco.
Definiz: § XXVII. E riferito in particolare a fanciulli, vale Balocco, Trastullo; onde Fare a' giuochi, vale Divertirsi facendo giuochi. –
Esempio: Empol. Gir. Vit. 22: E possi dire non fusse mai fanciullo, conciossia non fece mai fanciullezze, nè a' giuochi, come sogliono fare i fanciulli.
Esempio: Segn. B. Polit. volg. 387: Onde i lor giuochi ed i lor spassi (de' fanciulli) per lo più debbono essere imitazioni di cose gravi, che abbino a venir dappoi.
Definiz: § XXVIII. E per Bizzarria, Leggerezza, Scapataggine. –
Esempio: Adr. M. Plut. Vit. 2, 20: Trasfigurando sempre co' nomi più umani i falli suoi, appellandogli giuochi giovenili e gentilezze.
Definiz: § XXIX. Per Cosa da nulla, Baia, Bagattella, usato più spesso col verbo Parere giuoco. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 227: Vedi, che non è gioco Di cadere in peccato.
Esempio: Dant. Purg. 2: Venimmo innanzi a voi un poco, Per altra via che fu sì aspra e forte Che lo salire omai ne parrà gioco.
Esempio: Petr. Rim. 1, 131: Non è gioco uno scoglio in mezzo l'onde.
Esempio: Bocc. Decam. 8, 77: Come la donna udì questo, non le parve giuoco, ma, levatasi in piè, cominciò a dire, ec. S.
Esempio: Antonin. Lett. 163: Avvedendosi di questo l'ancilla, non le pare giuoco, ma disponsi di combattere, ec.
Esempio: Dav. Tac. 1, 86: E perch'a' re non par giuoco patire le cose giuste, non che gli smacchi, fornì ec.
Esempio: Leopard. Poes. 56: Le meste rote Da poi che Febo instiga, altro che giuoco Son l'opre de' mortali? ed è men vano Della menzogna il vero?
Definiz: § XXX. Giuoco di parole, dicesi Quello che risulta dall'usare a bella posta in una frase parole che hanno doppio senso, o che essendo di vario significato hanno però quasi uno stesso suono. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 139: Non usa egli belletti di sfacciato artificio, ma colori naturali e vivi, non immagini troppo frequenti, non ispessi e forzati traslati, non contrapposti e giuochi di parole, non affettate arguzie, non ricercati aculei nelle clausole, ma tutto ciò che, ec.
Definiz: § XXXI. Giuoco, riferito ad acqua, fontane, vale Getto artificiale e scherzoso che improvvisamente zampilla da condotti segreti. –
Esempio: Pallav. Libr. Ben. 180: Io domando: se Apolline.... fosse disceso a Lucullo, ed avesse a bell'agio vagheggiata con esso lui l'amenità delle sue ville,... i giuochi delle sue fontane, dalle quali scaturiva più diletto e maraviglia che acqua, ec.
Esempio: Magal. Lett. 103: Averò campo di fare non solamente i giuochi di Frascati, ma la cascata di Tivoli, e appunto adesso si lavora intorno alla fontana.
Definiz: § XXXII. Giuoco, con qualche aggiunto, e specialmente Bello bel giuoco, Brutto giuoco, Tale giuoco, Così fatto giuoco, e simili, dicesi a modo d'antifrasi per Burla, Beffa, poco piacevole, dannosa, e con più grave senso per Offesa, Oltraggio. –
Esempio: Bocc. Decam. 6, 217: Tornossi a casa, disideroso di trovar modo da dovere il prete e la moglie trovare insieme, per fare un mal giuoco ed all'uno ed all'altro.
Esempio: E Bocc. Decam. 270: Con intenzione di farle un mal giuoco, con Arriguccio si misero in via.
Esempio: E Bocc. Decam. 7, 193: E perciò che io non intendo di lasciare questa vendetta impunita, io gli farò giuoco, che nè tu, nè egli, sarete mai lieti.
Esempio: E Bocc. Decam. 8, 16: O se essi mi cacciasser gli occhi, o mi traessero i denti, o mozzassermi le mani, o facessermi alcuno altro così fatto giuoco, a che sare' io?
Esempio: Sacch. Nov. 1, 155: In fe'di Dio, io ho voglia di farti giuoco, che sempre te ne verrebbe puzza.
Esempio: E Sacch. Nov. 2, 155: Infine gli comandò innanzi a tutti i vicini, che se ella si levasse più a vegliar mai, che le farebbe giuoco ch'ella dormirebbe in sempiterno.
Esempio: Allor. A. Cap. 301: Di questi giuochi e simili altri tali, Vidi fare a gli uccei di quella banda.
Esempio: Red. Poes. 248: Se mi vien sotto, gli farò tal giuoco, Che potrebbe scottarlo a tutte l'ore.
Definiz: § XXXIII. Per Modo di procedere, di fare, e assolutam. Modo. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 19, 87: Noi regnerem, Morgante, insieme poco, Da ora innanzi tra noi sia divisa La compagnia, se tu non muti giuoco.
Esempio: Saccent. Rim. 2, 167: Dite, dite, signor, che gioco è questo?
Definiz: § XXXIV. E per Modo di agire, operare, detto di macchine e di animali. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 9, 67: Qual cauto uccellator che serba vivi, Intento a maggior preda, i primi augelli, Acciò in più quantitade altri cattivi Faccia col giuoco e col zimbel di quelli.
Esempio: Capp. Pens. Educ. 308: Non parlino [i bambini] senza avvertire il giuoco di quelle agili macchinette, che sono causa della parola (qui figuratam.).
Definiz: § XXXV. E poeticam., parlandosi di certe tese, trovasi per Insidia che si tenda per richiamare gli uccelli. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 43, 144: Rinaldo Argia molto lodò, ch'avviso Ebbe d'alzare a quello augello un gioco Ch'alla medesma rete fe' cascallo (qui in locuz. figur.).
Definiz: § XXXVI. Col verbo Fare giuoco, vale anche Effetto, in senso così proprio, come figurato. –
Esempio: Soder. Tratt. Arb. 143: Se non si è legato il nesto, in cambio di terra umida piglisi cera nuova mesticata con la trementina, e questa farà il medesimo giuoco in cambio di terra cotta.
Esempio: Salvin. Disc. 2, 142: Vivi gli affetti nelle sue parole si muovono, ed il giuoco medesimo, che gli affetti fanno ne' cuori degli uomini naturalmente, si vede a forza d'arte naturalissima fatto apparire ne' suoi scritti.
Definiz: § XXXVII. Pure per Effetto, detto della luce, delle ombre, de' chiaroscuri, nelle pitture.
Definiz: § XXXVIII. Usasi per Qualsivoglia fatto, Operazione, Faccenda, e più spesso è usato in mal senso, o almeno scherzevole. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 186: Nascoso si stette a veder quello a che il giuoco dovesse riuscire.
Esempio: Stef. March. Istor. 9, 8: Veggendo che quelli medesimi, che signoreggiavano alla Parte, poteano venire suso a rifare il giuoco, si diliberavano di volere fare alquanti de' grandi.
Esempio: Sacch. Rim. G. 52 t.: La gran percossa per aspro camino A Pescia mi condusse a scemar sangue.... Poi a Pistoia un barbier più fino Rifece il giuoco; onde 'l mio corpo langue Per tanti mali ed ancor non son sano.
Esempio: Savonar. Pred. 17: Tu hai scoperto li cattivi religiosi; el non piace loro questo giuoco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 18, 17: Al Pagan, che non sa come ne possa Venir a Capo, omai quel gioco incresce.
Esempio: Giannott. Op. 2, 307: Or s'ha a pensar che 'l giuoco venga netto.
Esempio: Nom. Catorc. Angh. 2, 101: E tanto m'entra farfarello addosso, Tanto mi prude l'amorosa scabbia, Che voglio fare a mezzo il gioco ei cada, Nè mi curo ch'il mondo al diavol vada.
Esempio: Manz. Prom. Spos. 289: L'oste, vedendo Che il gioco andava in lungo, s'era accostato a Renzo.
Definiz: § XXXIX. E in senso particolare, per Qualsivoglia espediente, artifizio, e simili, usato per riuscire in qualche intento. –
Esempio: Cecch. Comm. ined. 90: Gli hanno Fatti d'attorno tanti imbrogli e tanti Giuochi, ch'io ho creduto, ec.
Definiz: § XL. Poeticam. per Arte. –
Esempio: Dant. Inf. 20: Delle magiche frode seppe il giuoco.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 9: Fanno or con lunghi, ora con finti e scarsi Colpi veder, che mastri son del giuoco.
Definiz: § XLI. Giuoco vale anche Molestia, Cosa rincrescevole, Fastidio. –
Esempio: Giannott. Op. 2, 299: Ogni ora è questo gioco, S'io vo, s'i' sto, s'i' parlo, o s'i' mi muovo: Megli' è morir, che stare in questo fuoco.
Definiz: § XLII. Giuoco del lotto. –
V. Lotto.
Definiz: § XLIII. A buon giuoco, vale Con tutta la forza e la valentia, A tutto potere, Gagliardamente e speditamente, in modo da conseguire l'effetto. –
Esempio: Bern. Orl. 62, 60: Così dicendo, a quel s'avventa addosso, E contra lui quell'altro anche s'è mosso; E l'uno e l'altro a buon gioco lavora, Benchè disavvantaggio abbia il pagano.
Esempio: Bandell. Novell. 4, 266: Il per che gli amanti, non pensando esser spiati, andavano dietro a buon giuoco a i lor amori.
Definiz: § XLIV. A capo del giuoco, lo stesso che Alla fine del giuoco, come comunemente dicesi. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 54: Tieni a mente che a capo del giuoco tu ricorrai di questo tuo mal seme quel frutto, ec.
Definiz: § XLV. A che giuoco giochiamo? A che giuoco si giuoca?
V. Giocare, § XLII.
Definiz: § XLVI. A giuoco, posto avverbialm., vale Per burla, In ischerzo, Per baia. –
Esempio: Dant. Inf. 29: Ver è, ch'io dissi a lui, parlando a giuoco, Io mi saprei levar per l'aere a volo.
Definiz: § XLVII. A giuoco, termine di Falconeria, vale Liberamente e molto in alto, In balía di sè stesso, In condizione da muoversi a proprio talento. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 21, 100: Come falcon che s'è levato a giuoco, Ed ha disposto paese vagare, E non tornare al suo signor più a segno.
Esempio: Alam. L. Colt. 6, 420: Se.... il montante aghiron, poste in oblio Le native onde sue, paludi e stagni, Consideriam fra noi, volando a giuoco, Sopra le nubi alzarse, ec.
Definiz: § XLVIII. E per similit. –
Esempio: Dant. Inf. 17: E poi ch'al tutto si sentì a giuoco, Là v'era il petto, la coda rivolse.
Esempio: Pulc. Luc. Ciriff. Calv. 5, 98: Ma certi tronchi tanto in aria andorno, Che crede alcun che gli serbassi Marte; Perchè più in basso poi non ritornorno; Ma questo non affermati le mie carte: Più tosto il vento gli levassi a giuoco, O ver nello elemento arson del fuoco.
Definiz: § XLIX. A giuoco vinto, finito, e simili, vale Alla fine, Da ultimo, Compiuta che sia mia cosa. –
Esempio: Varch. Stor. 2, 98: Pur bisogna avvertire, che gli uomini a giuoco vinto vanno vagellando, e le cose disoneste a poco a poco si fanno loro oneste.
Definiz: § L. A lungo giuoco, posto avverbialm., vale Dopo lungo procedere, o lunga durata, di checchessia, A lungo andare, Alla lunga, Finalmente. –
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 98: Le sensazioni a lungo gioco, Benchè soavi e grate. Se non son tramezzate Da diversa impression, seccano un poco.
Esempio: E Fiacch. Fav. 2, 80: Per altro a lungo gioco Tormentate non poco Sentì le spalle.
Esempio: Capp. Econ. 390: Un agricoltore che nei saldi rimanga debitore, vede per ciò deteriorate le sue condizioni e screditato il suo nome: egli dunque teme indebitarsi, perchè a lungo giuoco sarebbe mandato via dal podere.
Definiz: § LI. Alla fine del giuoco, posto avverbialm. e in senso figurato, vale Alla fine, Da ultimo, ed altresì Finalmente, In conclusione, In somma. –
Esempio: Cellin. Vit. 53: Lo scoppietto alla fine del giuoco mi stava più a guadagno che a perdita.
Esempio: Cecch. Mogl. 2, 3: Alla fine del giuoco chi gli vuole giuntare, gli paghi.
Definiz: § LII. Dà giuoco, posto avverbialm., vale Da beffa, Di tanto poco conto da potersene quasi prender giuoco. –
Esempio: Tass. Lett. 3, 56: Sono infermo, e l'infermità non è da giuoco n'è senza pericolo.
Definiz: § LIII. Di buon giuoco, vale figuratam. Con ogni possa, Con gran forza e valentia. –
Esempio: Bern. Orl. 23, 24: Nè tempra i Colpi alcun, nè si nasconde; Ma di buon giuoco all'un l'altro risponde.
Definiz: § LIV. In giuoco a checchessia, più spesso coi verbi Essere, Lasciare, vale In balía, In piena potestà, In arbitrio, e simili, di checchessia, quasi In modo da poterne checchessia prender giuoco a suo talento. –
Esempio: Alam. L. Op. tosc. 2, 156: Ma sol saggio è colui Ch'ama gli Dei, La patria e l'alma fede, E quanto altro possiede, Come fral possession da sè diparte, E gir lo lassa alla fortuna in gioco.
Definiz: § LV. Per giuoco, posto avverbialm., vale Per ischerzo, In burla. –
Esempio: Tass. Gerus. 19, 78: Egli dicea, quasi per gioco, anch'io Vorrei d'alcuna bella esser campione.
Definiz: § LVI. Avere buon giuoco o Non avere buon giuoco, ed anche Avere o Non aver giuoco, vale Avere o Non avere tali carte, o tali punti, da poter vincere il giuoco, ed altresì Avere la sorte favorevole nel giuoco e Non avere la sorte favorevole nel giuoco; anche figuratam. e in locuz. figur. –
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 106: Ed un dì, avendo giucato col padre quasi infino a sera, e vedendosi non avere buono giuoco, come voleva, incominciò a dire queste parole: ec.
Esempio: Burch. Son. 2, 210: Non hai più giuoco, e so faresti a monte.
Esempio: Franc. Son. 54: Non hai più giuoco, e straccerai le carte.
Definiz: § LVII. Avere il giuoco in mano, ed anche Avere il giuoco vinto in mano, usasi figuratam. per Avere tali mezzi e tali espedienti in poter nostro, Essere in tale condizione, da riuscire in un dato intento; od anche Avere tale conoscenza di tutto l'andamento d'un negozio, da poterlo condurre al fine che vogliamo. –
Esempio: Car. Lett. Farn. 2, 104: Son chiaro affatto, che i nemici nostri hanno il giuoco in mano, e che fanno con Sua Santità e con i suoi Ministri quello che vogliono.
Esempio: Pitt. I. Vit. Giacom. 217: Doversi scrivere al Commessario, che andasse osservando l'inimico per conservazione de' vassalli; e non avendo il giuoco vinto in mano al sicuro, non tentasse in modo alcuno la fortuna della battaglia.
Definiz: § LVIII. Avere il giuoco vinto, vale figuratam. Avere sicurezza di riuscire in un dato intento, Esser sicuro della riuscita di un'impresa. –
Esempio: Cas. Pros. 3, 100: Oltre a ciò avendo S. M. il giuoco tanto vinto in Toscana, sì per l'abbondanza de' frumenti,... sì per le comodità dell'artiglierie:... credo che ec.
Definiz: § LIX. Avere checchessia a giuoco, o per giuoco, Tenere, e simili, checchessia a giuoco, o per giuoco, vale Disprezzarlo, Non farne conto, Non curarlo; e con più tenue senso, Stimarlo cosa lieve, agevole, Prenderlo per una burla. –
Esempio: Cin. Mim. 46: Così degg'io tener la morte a gioco, Da che mi vien di così alto loco.
Esempio: Menz. Poes. 1, 305: Anzi giurò, che a quel medesmo loco Più volte tornerebbe, e si diè vanto D'aver la frode ed il rubar per gioco.
Definiz: § LX. Badare al giuoco. –
V. Badare, § VIII.
Definiz: § LXI. Dare giuoco di sè, vale figuratam. Offrire, Presentare, sè stesso come in spettacolo, Dar cagione altrui d'esser beffato e schernito. –
Esempio: Gell. Circ. 74: Ed io ti dico che eglino l'hanno dimostrato; facendo come prudenti, per non dar giuoco di loro, ed alla fortuna, ed al mondo.
Definiz: § LXII. Dire buon giuoco o buoni giuochi, Chiedere, e simili, buon giuoco, o, come anche si disse, buoni giuochi, è maniera usata dai fanciulli quando, facendo alla lotta, colui che si vede perdente invoca discrezione dal vincitore; ed usasi anche in senso figurato. –
Esempio: Pulc. L. Son. 20: Usanza è con sonetti e con provviso Di rodersi un po' e' basti, e dir buon giuochi.
Esempio: Franc. Son. 7: Non val buon giochi a morso di ramarro. E 38: Scioi le tue muse, o tu chiedi buon giuochi.
Esempio: Varch. Ercol. 135: Dir buon giuoco è chiamarsi vinto; è proprio de' fanciulli, quando, faccendo alle pugna, rimangono perdenti.
Esempio: E Varch. Suoc. 3, 1: Ma ognuno vuol poi stare in sulle sue, e non essere primo a favellare, per non parere di voler chiedere buon giuochi.
Definiz: § LXIII. Essere chicchessia fuor di giuoco, vale Non aver parte in un dato negozio, affare, e simili; e il suo contrario è Essere in giuoco. –
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 218: Dio ha voluto per questo, che le cose siano procedute meglio, perchè l'essere il Papa fuor di gioco, ha levati noi fuor di pericolo; e l'avarizia e la poca virtù del duca di Ferrara ha fatto il resto.
Definiz: § LXIV. Essere ad alcuno forza il giuoco, si disse per Essere quegli costretto a fare checchessia. –
Esempio: Sacch. Nov. 2, 223: Udendo costoro questo, l'uno guarda l'altro; e alla fine, essendo lor forza il giuoco, scendono e danno i cavalli a' lor fanti.
Definiz: § LXV. Esser giuoco, vale Esser necessario, Esser forza, Bisognare. –
Esempio: Buonarr. Tanc. 5, 6: S'e' negava, gli mettean paura Di volerlo cacciar 'n una prigione, Dond'e' sarebbe uscito Dio 'l sa quando; E gli fu giuoco andarvisi accordando.
Definiz: § LXVI. Esser giuoco di chicchessia, vale Esserne preso a scherno, Esserne il ludibrio. –
Esempio: Mart. V. Lett. 4: Io sono stato sempre giuoco della fortuna, la quale m'ha portato a suo diletto quasi nel più infimo luogo.
Esempio: Cas. Pros. 3, 161: Uno che è stato giuoco e schermo e bersaglio a tutte le triste, comparisce a fare il servitore di dama.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 27, 77: E qua virtute morirsi d'inedia, Ed esser giuoco degli scimuniti.
Esempio: Capp. Longob. 163: Roma ed i suoi potenti signori, ed una parte del popolo stesso non mai dimentico dell'antica signoria, invece tentavano vanamente ricostituire una repubblica secolare, ed erano gioco e divenivano strumento alle ambizioni dei più forti.
Definiz: § LXVII. Esser giuoco di poche tavole. –
V. Tavola.
Definiz: § LXVIII. Essere in giuoco checchessia, vale figuratam. Trattarsi, in modo rilevante e con pericolo, della sorte, o della riuscita, di checchessia. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 4, 347: Si presuppone per certissimo che quella Maestà proceda di sincerissimo animo, e come si conviene a uno tanto Principe e alla grandezza degli interessi che sono in giuoco.
Definiz: § LXIX. Essere signore o padrone del giuoco, vale Aver disposto il giuoco, o Essere il giuoco proceduto, in maniera da essere sicuro di vincere.
Definiz: § LXX. E figuratam., vale Avere piena balía sopra una data condizione di cose, in modo da esser sicuro del conseguimento de' proprj fini. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 90: Benchè gli uomini della qualità di quegli di sopra intervenissino alle cose, nondimeno nel Consiglio del Cento, negli squittini, nelle gravezze, vi mescolava [Lorenzo de' Medici] tanti uomini mezzani, de' quali aveva fatto intelligenze, che loro erano signori del giuoco.
Definiz: § LXXI. Fare a' giuochi, si disse per Giocare abitualmente. –
Esempio: Machiav. Comm. 297: Non tien chiavi, non borsa, non danari, Nè fa a' giuochi, o va a feste.
Definiz: § LXXII. Fare buon giuoco, o a buon giuoco, è maniera dei giocatori, e vale Procedere nel giuoco onestamente e lealmente, e anche all'amichevole, alla buona e senza rigore; e il suo contrario è Fare mal o cattivo giuoco.
Definiz: § LXXIII. Fare buon giuoco, o a buon giuoco, o come anche si disse, Fare a buon giuochi, vale figuratam. Operar bene, Procedere con rettitudine, con lealtà, in buona fede; e il suo contrario è Fare mal giuoco o a mal giuoco, che significa Procedere in mala fede, slealmente. –
Esempio: Machiav. Leg. Comm. 3, 182: Ma se Francia farà seco a mal gioco, e se questa passata dello Imperatore non fia vera e presta, potria essere facil cosa che non ci fussi rimedio.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 270: L'una parte e l'altra arebbe preso partito co' principi forestieri, e ribellatisi, e fatto a ogni male giuoco.
Esempio: Varch. Ercol. 406: Se io Il so, io non so di saperlo. V. Facciamo a far buon giuochi, e non ingannarci da noi a noi.
Esempio: Car. Lett. fam. 1, 99: Ha fatte contro di me tutte quelle avanie.... senzachè io abbia mai messo penna in carta;... quando ho poi finalmente cominciato a parlare e consentire che si scriva, gli pare che non si faccia a buon giuoco.
Esempio: E Car. Lett. ined. 2, 152: Questi Genovesi di Roma si scandalezzano molto forte del duca di Fiorenza, non parendo loro che faccia a buon giuoco.
Definiz: § LXXIV. Fare checchessia giuoco, o buon giuoco, o bel giuoco, vale Giovare, Aiutare, Far comodo, Essere opportuno, Riuscire profittevole, utile, e simili. –
Esempio: Empol. Gir. Vit. 23: Facevagli buon giuoco quel poco di latino ch'egli aveva imparato, però che buona parte de' forestieri hanno un poco di latino.
Esempio: Guicc. Op. ined. 4, 188: E pensa ella abbia a essere tollerato, che per empiersi la borsa, e per fare giuoco a' Capitani che fanno giuoco a lei, gli sia lecito ec.?
Esempio: Ambr. Cofan. 1, 3: La.... Fortuna.... feceli buon giuoco.
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 87: Il che so quanto mi faccia buon giuoco nel giudizio suo.
Esempio: Sassett. Lett. 112: Il traffico di Toscana farà giuoco e non danno a quello d'Ancona.
Esempio: Dav. Tac. 2, 255: Faria buon giuoco per soggiogare i Britanni, se da per tutto si vedesser l'armi romane.
Esempio: Leopard. G. Cap. piac. 88: Che direm del taffettà, Che portiam sopr'alla testa? Quando l'aria vien molesta, Fa buon giuoco in verità.
Esempio: Lipp. Malm. 6, 10: Le porge un fardellin piccolo e poco Di robe, che laggiù le faran giuoco.
Esempio: Magal. Com. Inf. 2: Forse questa selva, oltre al senso letterale, che fa giuoco al poeta per l'introduzione del suo viaggio, ha sotto di sè qualche senso allegorico.
Esempio: Salvin. Annot. Buomm. 96: Il participio attivo presente l'usa molto il Boccaccio nelle sue descrizioni nello Ameto, e altrove; e parea che volesse introdurlo; ma la nostra lingua non lo riceve, se non parcamente. Del resto farebbe un bel giuoco.
Definiz: § LXXV. Far giuoco, dicesi in certi giuochi di data, per Giocare, quegli a cui di mano in mano tocca, solo contro gli altri.
Definiz: § LXXVI. Far giuoco ad alcuno, parlandosi di combattenti, trovasi per Tener testa, Fargli riscontro. –
Esempio: Bern. Orl. 18, 21: Non stava il buon compagno a bada, Anzi dava del buon per farle gioco.
Definiz: § LXXVII. Fare il giuoco netto, è maniera figurata che vale Fare alcuna cosa in modo che altri non se n'avveda. –
Esempio: Lipp. Malm. 2, 22: Tacquelo, per fare il giuoco netto, Fuor che al fratello, al qual, ec.
Esempio: Not. Malm. 1, 165: Fare il giuoco netto. Vuol dire.... Fare il fatto in maniera, che altri non se n'accorga. Si dice ancora Farla pulita.
Definiz: § LXXVIII. Farsi giuoco di chicchessia o checchessia, vale Schernirlo, Burlarsene, Deriderlo, e con più tenue senso Non curarsene, Tenerlo in non cale. –
Esempio: Cecch. Spirit. 4, 6: Leggi in studio, Antonio, ora, chè i giovani Si faccino di te giuoco e trastullo.
Esempio: Dav. Tac. 1, 271: Governava una donna; nè per disonestà, come Messalina, si faceva giuoco dello stato.
Esempio: Alf. Trag. 1, 143: Ei vi tradisce tutti, Ed io vel giuro: ei si fa giuoco, il crudo, Di voi, de' dritti vostri.
Definiz: § LXXIX. Giocare il giuoco per forza, vale Essere costretti a fare cosa che presentemente non faremmo, potendo riuscire contraria al proprio vantaggio o utile. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 4, 346: La necessità ci ha condotti in luogo, che ci bisogna giocare il giuoco per forza, e se lo giudichiamo d'altra sorte, saremo tenuti poco prudenti.
Definiz: § LXXX. Giocare il proprio giuoco, vale Condurre un dato negozio, o faccenda, o impresa, in cui sia qualche rischio o pericolo. E Giocarlo in un dato modo, vale Procedere, in un affare, o impresa, nel modo indicato. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 7, 438: Poi che in tanto interesse de' nepoti vuole giocare il giuoco sì largo, dà assai grande esemplo a me, che non ho che farci, che anche io non voglia imbrattarmi.
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 57: Quanto a Sua Santità, jacta est alea. Bisogna ora stare a vedere come gl'Imperiali vorranno giucare il lor giuoco.
Definiz: § LXXXI. Intendere il giuoco, vale figuratam. Capire ciò che convien di fare, qual è il miglior partito da prendere. –
Esempio: Lipp. Malm. 6, 45: Osservando Caton, ch'intese il giuoco, Quando disse: In convito parla poco.
Definiz: § LXXXII. Invitare uno al suo giuoco, vale Chiamare alcuno a far cosa della sua professione, o di suo gusto, o in cui ben riesca. –
Esempio: Lipp. Malm. 1, 71: Andò la carta; e quei, ch'ebbe l'intesa, Come quel che invitato era al suo giuoco, Andonne ec.
Esempio: Dat. Lepid. 49: Sfidò a fare alle pugna al buio Giuliano Ricasoli, il quale si tenne invitato al suo giuoco.
Esempio: Magal. Lett. 43: Credo che meno assai di tutto questo servirebbe a persuadere V. S. illustrissima che ella m'invita al mio giuoco.
Definiz: § LXXXIII. Mettere a giuoco, vale Scommettere al giuoco, Giocare. –
Esempio: Ar. Orl. far. 43, 66: Metter saria mille contra uno a giuoco, Che perder si può molto e acquistar poco.
Definiz: § LXXXIV. Mettere a giuoco o in giuoco chicchessia o checchessia, Porre, e simili, a giuoco, o in giuoco, chicchessia o checchessia, vale Schernirlo, Deriderlo, Farsene beffe. –
Esempio: Innoc. Proc. Fed. 169: Ma intende a strugere cose, e mettere a giuoco le persone ecclesiaste.
Esempio: Cell. G. Maestruzz. volg. 2, 8, 5: Quando alcuno pone il male e il difetto d'alcuna persona in giuoco e dirisione, questo è detta dirisione.
Esempio: Red. Poes. 152: Son dal volgo deriso e messo in gioco.
Esempio: Leopard. Poes. 107: Anzi d'altrui le tenere Cure suol porre in gioco.
Definiz: § LXXXV. Mettere il giuoco vinto a partito, Recare, e simili, il giuoco vinto a partito, e anche Recare il giuoco vinto a perdita, sono maniere figurate, che valgono Mettere in pericolo una cosa che è già quasi conseguita, Arrischiare, Cimentare, il certo per l'incerto. –
Esempio: Stor. Pistol. 129: Tutti li signori di Lombardia stavano con lui a difesa, perchè non voleano mettere lo giuoco vinto a partito, dicendo di vincerlo per durare.
Esempio: Vill. G. 208: Non s'ardirono a ferire alla schiera di Don Arrigo per non recare il giuoco vinto a partito.
Esempio: Gio. Fior. Pecor. 2, 220: Non s'ardirono di ferirli per più cagioni, cioè perchè erano stracchi per l'affanno della battaglia, e per non recare il giuoco vinto a perdita.
Esempio: Vill. F. 170: Consigliato fu messer Galeotto, che seguitasse la buona fortuna, la quale li promettea la città di Pisa. Rispose che non intendea il giuoco vinto mettere a partito; e più fe' che tantosto fe' sonare alla ricolta.
Definiz: § LXXXVI. Non avere checchessia da giuoco, vale poeticam. Essere checchessia per riuscire cosa ardua, di difficile conseguimento. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 14, 126: San ben, ch'agli nemici assai più resta Dentro da fare, e non l'avran da gioco.
Definiz: § LXXXVII. Non volere alcuno nemmeno al giuoco dei noccioli. –
V. Nocciolo.
Definiz: § LXXXVIII. Partirsi dal giuoco, Levarsi, e simili, dal giuoco, vale Cessar da un'impresa, Ritrarsene. –
Esempio: Vill. M. 554: Levato s'era da giuoco, e ridotto in luogo di pace e di riposo.
Esempio: Morell. Cron. 290: E infine, usando tante istrane e diverse cose, messer Benedetto si partì dal giuoco, e non si volle più intendere con loro.
Esempio: Machiav. Comm. 118: Io so che la Pasquina entrerà in Arezzo, e innanzi che io mi parta da giuoco, io potrò dire come Monna Ghinga: di veduta con queste mani.
Definiz: § LXXXIX. Prendersi giuoco di checchessia, o di far checchessia o Pigliarsi giuoco di checchessia, o di far checchessia, che anche trovasi Prendersi a giuoco di far checchessia, vale Pigliar gusto di quella cosa, o di far quella data cosa, Dilettarsene, Provarvi piacere. –
Esempio: Castigl. Corteg. V. 24: In tutte le cose mondane la veggiamo dominare (la fortuna), e quasi pigliarsi a gioco d'alzar spesso fin al cielo chi par a lei, senza merito alcuno, e sepellir nell'abisso i più degni d'esser esaltati.
Esempio: Varch. Ercol. 24: Sono, oltre ciò, non pochi, i quali, pigliandosi giuoco delle contese e travagli altrui,... si stanno da canto a ridere.
Esempio: Red. Lett. 1, 377: Montati a cavallo, si prendevano giuoco di perseguitare con le lance quelle fiere innocenti.
Definiz: § XC. Prendere a giuoco o in giuoco checchessia, Prendersi a giuoco o in giuoco checchessia, Recarsi, e simili, a giuoco, o in giuoco, checchessia, vale Beffarsene, Prenderlo in scherzo. –
Esempio: Mart. L. Op. 36 t.: Lasso ch'io ardo assai più d'altro amante, E prendo l'arder mio più ch'altri in gioco.
Esempio: Giambull. P. F. Appar. 73: Quando io sentivo dire, che uno innamorato veniva tal ora in tanta disperazione, che si recava a piangere e non poteva dormire nè cibarsi, e diveniva pallido e magro per il soverchio dolore, io me ne ridevo, e mille volte il dì mi recavo in gioco il fatto suo.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 341: In danno suo costei.... Mi fa doglioso, e il prende in gioco.
Esempio: Tass. Rim. 1, 65: Non prendiate a gioco, Come i vostri diletti, il mio dolore.
Esempio: E Tass. Lett. 1, 9: Conoscendo che nulla di me con verità si dicea, me 'l recava a giuoco.
Esempio: Dat. Oraz. Cr. 28: Prendendosi a gioco e deridendo la rigorosa osservanza di chi s'ingegna regolatamente parlare e scrivere, com'è tenuto.
Esempio: Menz. Poes. 1, 219: Oh sprezzatore, or va: Chi l'altrui foco Si prende a gioco, Quel, che per lui si serba, ancor non sa.
Esempio: E Menz. Poes. 288: Di', qual di lor sia contumace e rea Di prender sempre ogni tua legge in gioco?
Esempio: Guadagn. Poes. 1, 291: Silvia a gioco anzi il prendeva, E mirando quel complesso Di follia, fra sè diceva: ec.
Definiz: § XCI. Prendersi giuoco di chicchessia, vale Dileggiarlo, Schernirlo, Deriderlo, Burlarlo. –
Esempio: Salvin. Odiss. 477: Perchè di me giuoco ti prendi, ch'alma Ho molto dolorata?
Esempio: Maff. Anfit. 97: Che diremo di tante stampe, quali senza scrupolo alcuno si prendon gioco di noi, superbi anfiteatri mostrandoci in città e luoghi, dove informi rottami solamente veggansi? (qui figuratam.).
Definiz: § XCII. Stare a vedere il giuoco, vale figuratam., Non prendere parte alcuna in cosa di una certa importanza, o in cui sia alcun pericolo. –
Esempio: Varch. Stor. 2, 454: E in somma non facevano altro che stare, come si dice, a vedere il giuoco, o tenere il lume.
Definiz: § XCIII. Tener giuoco, vale Trattenere con qualche giuoco i convenuti a una conversazione; ma spesso prendesi in mal senso, per Fare per prezzo in casa propria giocare a giuochi proibiti.
Definiz: § XCIV. Tenere il giuoco, vale lo stesso che Tener banco.
Definiz: § XCV. Vedere il giuoco vinto, Tenere il giuoco per vinto, vale Reputare sicura la riuscita di una impresa. –
Esempio: Cas. Pros. 3, 105: Io conosco certo che gl'imperiali, quando vedessero il loro giuoco vinto in queste cose d'Italia, terrebbono poco conto della tregua, come ho detto.
Esempio: Pitt. I. Apolog. Cappucc. 287: Sulla creazione di Bernardo del Nero.... al gonfalonierato, insieme con alcuni de' signori, ne fece in Roma sino a fuochi: tanto tenue il giuoco per vinto.
Definiz: § XCVI. Volere il giuoco di alcuno, o dei suoi fatti, vale lo stesso che Pigliarsi giuoco di alcuno, Burlarlo, Fargli beffa; e Non volere il giuoco di alcuno, vale il suo contrario. –
Esempio: Machiav. Comm. 188: Io crederei che fusse bene, che tu non volessi il giuoco di me affatto.
Esempio: Guicc. Op. ined. 3, 257: Non si fece, o perchè così fussi a qualche buono fine ordinazione di Dio, o perchè la fortuna volessi ancora giuoco de' fatti nostri.
Esempio: Gell. Circ. 13: Io dubito che tu non voglia il giuoco di me.
Esempio: Varch. Stor. 3, 219: Quello non era tempo di volere il giuoco di persona.
Definiz: § XCVII. Chi ha cattivo giuoco, rimescola le carte; proverbio che vale: Chi è povero, o Chi non è contento del proprio stato, cerca che si mutino le cose. –
Esempio: Guicc. Op. ined. 10, 372: Dice il Collegio, che chi ha possessione è pernicioso alla Città, perchè gli pare essere grande, e per ambizione pretende a cose nuove e stati stretti; in che dimostra avere o molta passione, o poca notizia delle cose del mondo, perchè è tutto il contrario; chè, come si dice in proverbio, chi ha cattivo giuoco rimescola le carte, e i malistanti sono quelli che per disperazione si mettono ad ogni pericolo.
Definiz: § XCVIII. Chi sta a vedere ha due parti, o le due parti, o anche due tanti, del giuoco, e anche Chi sta da canto, ha due parti, o le due parti, o anche due tanti, del giuoco; proverbio usato a significare: Che ha vantaggio colui il quale sagacemente sta in disparte, e lascia tentare agli altri le cose pericolose. –
Esempio: Franc. Son. 124: Dua tanti del gioco ha chi sta a vedere.
Esempio: Cavalcant. G. Istor. fior. 1, 387: Quello che è mio parere e consiglio si è, che tu, e gli altri di nostro animo, si stia a vedere; e avremo le due parti del giuoco.
Esempio: Cecch. Lez. M. Bartolin. 12: Conchiude.... col proverbio che dice: che chi sta da canto ha due parti del giuoco.
Definiz: § XCIX. Il giuoco piglia vizio; locuzione proverbiale che vale: La faccenda si fa seria, diventa grave. –
Esempio: Bottar. Dial. 207: Cappita! il giuoco piglia vizio, perchè non si tratta d'un caso solo e singolare, ma di molti.
Definiz: § C. Il troppo e il poco guasta il giuoco; proverbio usato a significare: Che in tutto è da usare discrezione e misura. –
Esempio: Not. Malm. 2, 537: Ogni estremo è vizio.... Questa sentenzia usiamo dirla: Il troppo e il poco Guasta il giuoco.
Definiz: § CI. Innanzi che il giuoco resti o finisca, o Prima, che il giuoco resti, o finisca; è locuzione che vale: Prima che un dato fatto, che una data faccenda o impresa, venga al suo termine; e vi s'inchiude l'idea di qualche danno o pericolo che si tema, o di alcun che di minaccevole.
Definiz: § CII. Ogni bel giuoco dura poco, o vuol durar poco, e, come anche si disse, Ogni bel gioco rincresce, o Non è sì bel giuoco che non rincresca; proverbj i quali significano: Che non si debbono di troppo prolungare le burle e gli scherzi; ed altresì Che l'abuso induce sazietà in tutte le cose, e che non vi è cosa, quantunque bella, la quale a lungo andare non possa rincrescere, o venire a noia. –
Esempio: Cavalc. Discipl. Spir. 144: La mente sicura si è quasi un continuo convito; laddove l'allegrezza del mondo non solo non può essere continua, ma genera molto tedio e rincresce. Onde è proverbio antico, che non è sì bel giuoco, il quale non rincresca.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 2, 507: Ogni bel gioco rincresce, e là dove Non corre la moneta, ogn'uom si stracca.
Definiz: § CIII. Chi sa il giuoco non lo insegni; proverbio usato a significare Che colui il quale sa il modo di poter conseguire ciò che gli preme, non lo deve manifestare ad alcuno, per non correre il pericolo che altri si valga in proprio vantaggio di quella confidenza.
Definiz: § CIV. Giuoco forza, che oggi scrivesi congiuntamente Giocoforza, locuzione usata nella maniera Essere gioco forza, che vale Essere necessario, Essere espediente, e simili. È maniera nata dall'altra Essere ad alcuno forza il giuoco. –
Esempio: Firenz. Pros. 2, 140: Se questi altri ladroni se ne accorgono per verso alcuno, non ti sarà egli a te giuoco forza ritornar nell'asino, e a me un'altra volta procacciar la morte?
Esempio: Varch. Boez. 75: Perchè se i bisogni, che stanno sempre a bocca aperta, e sempre chieggiono alcuna cosa, non si sbramano nè s'empiono colle ricchezze, egli è giuoco forza che sempre alcuna cosa rimanga da doversi empiere e satollare.
Esempio: E Varch. Suoc. 4, 5: Io non tel voleva dir qui in presenza del tuo suocero, ma e' m'è stato giuoco forza.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 266: Non le desdico a voi per farvi ingiuria, Ma giuoco forza m'è lo scomodarvi.
Esempio: Dat. Oraz. I, 4, 229: Per urgenti occorrenze era stato gioco forza impegnar l'opera poco avanti stampata.
Esempio: Monigl. Poes. dramm. 3, 400: Sete in un grado Sì strano, a mio parere, Ch'è gioco forza o l'affogare o 'l bere.
Esempio: Bellin. Disc. Anat. 3, 84: Giuoco forza sarà che sappia l'anatomia come compongasi, e come deva disporsi ogni parte dell'universo.
Esempio: Salvin. Annot. Buomm. 90: Avendo noi smarrito le diverse desinenze dei casi, fu giuoco forza il ricorrere all'aiuto di questi articoli.
Esempio: Bott. Stor. Amer. 2, 7: Ma però prima che arrivassero gli aiuti, che si aspettavano dall'Inghilterra, era gioco forza si contenessero, essendo a paragone sì pochi, che non arrivavano ad un terzo dei loro nemici.
Definiz: § CV. E usato sostantivam., per Necessità; ma è maniera oggi non comune. –
Esempio: Deput. Decam. 141: E se seguitassero i medesimi modi, ci sarebbe per avventura un giorno il giuoco forza, e si farebbe luogo al proverbio antico: Peccato vecchio, penitenzia nuova.
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 240: In somma tutto quello, che attiene a questa parte, si creda V. S., e dove bisogna ne faccia fede, che ci è stato il giuoco forza.